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VANDALISM AND ART

La recente attenzione della stampa, non solo italiana, al fenomeno dei graffiti mi ha permesso di esporre nuovamente questa ricerca fotografica iniziata in collaborazione con Dario Marcucci, presidente del III Municipio di Roma, in occasione dei “Jours de France à Rome”. In quella mostra, presentata ad aprile 2010, cercavo di capire attraverso la moltitudine di segni e le varie tecniche di espressione che offre il quartiere San Lorenzo, quale fosse il messaggio del fenomeno che si stava divulgando a Roma come in molte altre città europee.


Gli otto pannelli esposti la scorsa primavera contenevano collages di immagini. Attraverso la mia personale suddivisione tematica credo di essere riuscita a mostrare, a chi non si era mai soffermato su questa forma di espressione, qualche cosa che va al di là del puro scarabocchio o del semplice atto vandalico. San Lorenzo mostra infatti un gran numero di graffiti affascinanti, vere opere d'arte.


Grazie all'invito di Agnès Martin, direttrice della fondazione St Stephen's Cultural Center, ho potuto approfondire ulteriormente la mia ricerca di comprensione, rendendomi sempre più conto della vastità del fenomeno, ma soprattutto del modo in cui la gente, il popolo, lo percepisce. La non conoscenza porta sempre ad una chiusura e ad un rifiuto. L’obiettivo della macchina fotografica mi ha invece permesso di capire, e attraverso le mie immagini spero ora di riuscire a trasmettere il senso dei messaggi che appaiono sui muri.


L'espressione murale nasce con l'uomo: molte caverne rupestri riportano pitture e disegni che ci hanno permesso di scoprire in quale ambiente vivessero i nostri antenati. Ma l'elemento più rilevante, a mio parere, è la necessità che ha da sempre l'essere umano di rappresentare, riprodurre e creare segni, simboli e disegni del mondo circostante ma anche interiore. I significati di questa rappresentazione sono molteplici, così come le tecniche che si sono evolute fino ai giorni nostri.


Oggigiorno è necessario analizzare e affrontare seriamente questo fenomeno, per trovare degli accordi che diano spazio agli artisti dell'urbe, ma anche per mettere a punto una legislazione efficiente che impedisca l’imbrattamento selvaggio dei muri.


Se la pittura murale viene definita la “prima manifestazione artistica dell'umanità” , i writers moderni hanno raggiunto livelli tecnici sofisticatissimi e affascinanti da scoprire, che permettono loro di decorare in tempi “brevi” intere facciate di palazzi e chilometri di muri, rallegrando così intere zone degradate o addirittura abbandonate. Come anche di raccontare il passato di alcuni quartieri o città, come nel pannello “I muri raccontano una storia”.


Anche l’Aventino ha la sua realtà. Un quartiere scarabocchiato, barbaramente imbrattato, deturpato da “Throw Uup”, “Flop”, e “Tag”. Una specie di brutta copia lasciata insolentemente in evidenza da writers alle prime armi. Ottime per “provare” le piazzette della zona, dove regna la quiete che ha dato vita ad un fenomeno molto locale fatto in prevalenza da messaggi d'amore, firmati da pochi, ripetitivi nomi. Così nasce il nuovo collage AVENTINO e alcune immagini con descrizioni di quello che appare sui muri del quartiere.


La realtà della “Vandalism Art” è composta però di molteplici aspetti, tra cui le affascinanti Madonne che ho scoperto nel mio girovagare per la città e che mi ricordano le Madonnelle delle edicole sacre. Una moderna immagine sacra ripresa da artisti internazionalmente riconosciuti.


Trovando un punto di dialogo e di accordo con le istituzioni, questa particolare forma artistica potrebbe permettere ai giovani di riappropriarsi della città vivendola in armonia. Ed è proprio attraverso la conoscenza, l'esperienza e l'aiuto di gruppi di giovani come quelli dell'associazione Walls che si potrà arrivare ad una soluzione. Un primo passo in tal senso è già stato fatto lo scorso ottobre al Circo Massimo, dove nel corso di un’importante manifestazione è stato siglato un patto tra la città di Roma e le comunità di writers per definire le regole e i progetti che coinvolgono le istituzioni, il territorio e gli artisti.


Roma, 30 ottobre 2010


Nathalie Biet

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